Bari d’amare



(FOTO DAL WEB)


Bari [‘baːrə] in dialetto barese; fino al 1931 Bari delle Puglie) è un comune italiano di 315 972 abitanti, capoluogo della regione Puglia e dell’omonima città metropolitana che conta più di 1.220.000 abitanti.

Bari è il comune italiano ed europeo più popoloso che si affaccia sul Mare Adriatico, inoltre la città ha una solida tradizione mercantile-imprenditoriale e da sempre è punto nevralgico nell’ambito del commercio e dei contatti politico-culturali con il Medio Oriente. Il suo porto è il maggiore scalo passeggeri italiano del mare Adriatico. Dal 1930 si tiene a Bari la Fiera del Levante, tra le principali esposizioni fieristiche d’Italia.

È nota anche per essere la città nella quale riposano le reliquie di San Nicola. Tale condizione ha reso Bari e la sua basilica uno dei centri prediletti dalla Chiesa ortodossa in Occidente e anche un importante centro di comunicazione interconfessionale tra l’Ortodossia e il Cattolicesimo.

La città si affaccia sul Mare Adriatico fra i comuni di Giovinazzo, a nord, e Mola di Bari, a sud per una lunghezza territoriale e comunale di circa 30 chilometriIl territorio comunale è al centro di una vasta area pianeggiante e depressa, la conca di Bari. Tuttavia, nella sua porzione centrale, si spinge per alcuni chilometri nell’entroterra, fino ai centri di Capurso, Triggiano, Bitritto, Modugno e Bitonto, incontrando così i primi pendii delle Murge. La città va dai 0 ai 131 metri di altitudine sul livello del mare. Il Municipio, situato in Corso Vittorio Emanuele, una delle principali vie cittadine, la quale in direzione est si affaccia sul Teatro Margherita, quindi sul mare, si trova a 5 metri di altitudine.La conformazione della città viene spesso descritta come un’aquila con le ali spiegate, la cui testa è la piccola penisola sulla quale è sorto il primo nucleo urbano, Bari Vecchia; conformazione che si volle dare all’agglomerato e al territorio comunale soprattutto in epoca fascista.



BARI D’AMARE SCATTI FOTOGRAFICI DI MICHELE PETRELLI

Età antica e medievale

Toponimi: Barë in illirico, Βαριον in greco, Barium in latino. Non sono chiare le origini di Bari, ma da quanto emerso dagli scavi nell’area della chiesa di San Pietro, nella città vecchia, sembra ipotizzabile l’esistenza di un originario insediamento dell’età del bronzo, appartenente al popolo italico dei Peucezi; altri ipotizzano che Bari fosse stata egemonizzata da Creta. In epoca messapica, tribù illirica che colonizzò le coste della Puglia, la città assunse il nome di Barë (letteralmente traducibile in “Prato”), e successivamente fu conosciuta dagli antichi greci con il nome di Barion e dai romani Barium.

Entrata a far parte del dominio romano, nel III secolo a.C. come municipium, Barium si sviluppò in seguito alla costruzione della via Traiana. Era dotata di un poderoso castello, una zecca, un pantheon con le proprie divinità pagane e molto probabilmente di un teatro (come si ricava da un’epigrafe di un liberto rinvenuta nel succorpo della Cattedrale, ma di cui non sono emerse evidenze archeologiche).

Dal IV secolo, fu sede episcopale (era nota come ecclesia varina, come si legge in una dedica su pavimento di un’aula della chiesa paleocristiana al di sotto dell’attuale Cattedrale) e dopo la caduta dell’Impero romano fu contesa tra Longobardi e Bizantini (l’attuale struttura della “città vecchia” risale a quest’epoca, e si articola intorno alla corte del Catapano).

Successivamente fu in mano degli Arabi (dall’847 all’871 fu sede di un emirato) e quindi dei duchi longobardi di Benevento. Nell’875 tornò ai Bizantini che la crearono capitale del thema di Langobardia, comprendente l’Apulia e la Calabria.

Liberata, dopo sei mesi di assedio dei Saraceni, dalla flotta veneziana, nel 1002 si ribellò sotto la guida di Melo di Bari (nobile barese) al governo fiscale del catapano bizantino, riuscendo nel 1018 ad ottenere la propria autonomia.

Ultimo possedimento bizantino in Italia, nel 1068, la città di Bari fu assediata dai normanni, che la strapparono ai bizantini nel 1071, e nel 1087 vi furono portate le spoglie di san Nicola di Myra. Tra il XII e il XIV secolo fu porto di partenza per le Crociate.

Nel 1098 nella cripta della nuova basilica di san Nicola, si riunì il concilio presieduto da papa Urbano II, al quale intervennero oltre 180 vescovi riunitisi per discutere di problemi dogmatici inerenti ai rapporti tra la Chiesa ortodossa e Chiesa Romana all’indomani del Grande Scisma.

Distrutta da Guglielmo il Malo nel 1156, tornò a rifiorire in epoca sveva, intorno al castello fatto erigere da Federico II su preesistenti fortificazioni normanne, fatto commemorato da una Stauferstele.

Un lungo periodo di decadenza (dovuta soprattutto alla politica vessatoria dei governi dominatori) caratterizzò la città sotto le dominazioni di Alduino Filangieri di Candida, Maestro della Regia Corte e Giustiziere di Bari dal 1284, e quelle angioina, aragonese e spagnola, interrotto dallo splendore sotto gli Sforza, con le duchesse Isabella d’Aragona e Bona Sforza. Bari subì anche la dominazione veneziana, grazie alla quale si ebbe l’ampliamento del porto e un periodo molto florido, favorito anche dal commercio di prodotti dell’entroterra, molto richiesti sui mercati esteri. Nel 1556 la principessa Bona Sforza D’Aragona, dal 1518 seconda moglie del re di Polonia Sigismondo I il Vecchio, lasciò la Polonia stabilendosi a Bari di cui aveva ereditato il principato. Bona Sforza morì nel 1557.

Età contemporanea

Il 24 aprile del 1813, con Gioacchino Murat fu posta la prima pietra dell’espansione cittadina al di fuori delle mura medioevali (“borgo nuovo”, o “borgo murattiano”), caratterizzato dal tracciato ortogonale delle vie. La popolazione crebbe rapidamente dagli allora 18.000 abitanti ai 94.000 dell’inizio del XX secolo: divenuta capoluogo di provincia, vi trovarono sede edifici e istituzioni pubbliche (Teatro Piccinni, la camera di commercio, l’Acquedotto pugliese, il Teatro Petruzzelli, l’Università degli Studi) e la casa editrice Laterza.

Durante la prima guerra mondiale dal settembre 1916 arriva la 101ª Squadriglia che resta fino al 18 gennaio 1919.

Durante il ventennio fascista fu costruito il lungomare monumentale ed inaugurata la Fiera del Levante, con la quale prese vita il disegno di “Bari porta d’oriente”, consacrato negli anni recenti dal ruolo di “European gateway” assegnato dall’Unione europea.

A metà del XX secolo la città si espanse ulteriormente, in modo disordinato, giungendo a sfiorare i 400.000 abitanti negli anni settanta e ottanta.

La città affronta i fenomeni del pendolarismo e della deurbanizzazione, mentre crescono il terziario e l’area industriale. A causa della sua posizione Bari accoglie un notevole flusso di immigrazione dall’est. L’8 agosto 1991 attracca nel porto la nave Vlora, carica di oltre ventimila albanesi.

Alle porte del 2000 la città vecchia viene ristrutturata e restituita a nuova vita, mentre si avvia al termine un profondo rinnovamento infrastrutturale che coinvolge porto, aeroporto, interporto e ferrovia.


Monumenti e luoghi d’interesse

La città è ricca di storia, che ha contribuito a donarle, nel corso dei secoli, un notevole patrimonio culturale, essenzialmente di tipo architettonico, che dagli anni 2000 è in costante riscoperta e valorizzazione, si ricordano principalmente la grande Basilica o la Cattedrale di San Sabino, i tre principali teatri della città, il Piccinni, primo per costruzione, il Petruzzelli, primo per importanza, e il Margherita, che è stato costruito sul mare per gli accordi tra la famiglia proprietaria del Petruzzelli e il Comune di Bari [19], ma anche i due stadi, il San Nicola, edificato per i Mondiali di Italia ’90, e l’Arena della Vittoria, edificata nel 1934 come primo vero stadio cittadino e che ha ospitato fino al 1990 le partite del Bari, caratteristici di due periodi differenti del XX secolo, quello fascista e quello seguito al boom economico. Unitamente a questo sono presenti altre importanti architetture:

Architetture religiose

Basilica di San Nicola: uno dei simboli della città di Bari, sorge nel cuore della città vecchia, in una larga piazza, dove, prima della sua costruzione, vi era il palazzo del catapano bizantino (distrutto durante una ribellione popolare). L’edificio fu eretto tra il 1087 ed il 1197, allo scopo di custodire le reliquie di san Nicola, trafugate da Myra da alcuni marinai baresi nel 1087. La sua struttura è uno dei migliori esempi di architettura romanica pugliese.
La cattedrale di San Sabino fu eretta tra XII e il XIII secolo, ricostruita – con impianto diverso dal precedente – dopo la distruzione della città avvenuta nel 1156 ad opera di Guglielmo I di Sicilia. Come la basilica, anche questa chiesa è uno dei migliori esempi di Romanico pugliese: ha una facciata semplice, e, come il resto del complesso, si caratterizza per la presenza di lesene, archi, bifore e monofore. In alto presenta un maestoso rosone dalla cornice variegata. I tre portali che immettono nell’interno sono datati all’XI secolo ma sono stati rimaneggiati nel XVIII secolo.


Architetture civili

Palazzo dell’Acquedotto Pugliese

Nel 1924 l’Ente Acquedotto Pugliese si dotò di una sede centrale, affidando a Cesare Vitantonio Brunetti un edificio in Via Cognetti, a poca distanza dal mare. L’imponente candida facciata bugnata che corre attorno ai quattro lati dell’edificio dona l’aspetto inespugnabile di una fortezza. Tuttavia, varcato l’accesso, si possono ammirare gli splendidi interni scaturiti in ogni minimo particolare dalla fantasia liberty di Duilio Cambellotti: il tema dominante è quello dell’acqua, che viene proposto nei grandi affreschi della Sala del Consiglio, nei pavimenti, negli intarsi in legno e madreperla degli oltre 140 mobili originari.
Palazzo Mincuzzi

Nel cuore del quartiere Murat, all’angolo tra via Sparano, una delle strade della moda e dello shopping barese, e via Putignani, Aldo Forcignano elaborò nel 1928 un progetto con soluzione d’angolo per l’edificio, che mantiene tuttora chiare destinazioni commerciali. La facciata è un coacervo di colonne, lesene bugnate, capitelli ionici e mascheroni tra i quali si sviluppano le molte finestre, tutte scolpite da Nicola Buono, scultore del vicino paese di Capurso. Gli interni, ricchi di decorazioni liberty, sono dominati da un monumentale scalone e illuminati dalla cupola vetrata che sovrasta l’edificio.


Palazzo Fizzarotti

Edificato su Corso Vittorio Emanuele II e radicalmente ampliato negli anni 1905-1907 da Ettore Bernich e Augusto Corradini, si presenta come un imponente edificio in stile eclettico. Molti degli stilemi del romanico pugliese vengono fusi con diverse tradizioni architettoniche. La facciata, composta da tre piani in stile veneziano sui quali si apre un leggero loggione colonnato, è un omaggio alla liberazione della città occupata dai Saraceni compiuta dalla Serenissima nel 1022. Gli interni, accessibili mediante un suggestivo androne marmoreo, ospitano diverse decorazioni che richiamano l’epoca federiciana, allegorie delle attività economiche della Puglia e simboli esoterici. L’edificio oggi è adibito ad uso residenziale, ma ospita anche la sede della delegazione regionale della Gran Loggia d’Italia di Piazza del Gesù, oltre ad un centro polifunzionale con sale per esposizioni e numerosi studi professionali.


Palazzo de Gemmis

Palazzo ottocentesco dei Baroni de Gemmis, neoclassico. Sulla facciata è posta una lapide marmorea in ricordo di Giuseppe Garibaldi, accolto nel suo arrivo a Bari dal Barone patriota Nicola de Gemmis, primo Sindaco di Bari. Il Palazzo ospitò anche la raccolta del bibliofilo ing. Gennaro de Gemmis, fondatore della omonima biblioteca, la più ampia sulla storia della Puglia.[20] Il Palazzo fu requisito per usi militari durante la Seconda Guerra Mondiale.


Teatro Kursaal Santalucia

Il Teatro Kursaal Santalucia è un edificio sul lungomare Araldo di Crollalanza, a ridosso dei giardinetti di largo Adua, realizzato in stile tardo Liberty a Bari. Il Kursaal Santalucia ospita una duplice funzione di cinema-teatro.

All’esterno le grandi aperture della fascia centrale lasciano intravedere i fasti della sala Giuseppina. Quest’ultima è impreziosita da altorilievi e affreschi eseguiti dai fratelli torinesi Mario e Guido Prayer, noti artisti decoratori dell’epoca.

Utilizzato in passato anche come sala prove per i balletti accolti dal vicino teatro Petruzzelli è in grado di rievocare nel visitatore suggestive atmosfere anni ‘20

Architetture militari

Il castello Normanno-Svevo è una fortezza costruita nel 1131 da Ruggero II di Sicilia. Nel 1156 Guglielmo I di Sicilia, lo distrusse quasi interamente e, subito dopo, Guido il Vasto, su commissione di Federico II di Svevia, si occupò della sua ricostruzione. Dopo gli interventi di Federico II, durante il XVI secolo, furono effettuati vari interventi per adeguarlo alle esigenze difensive dell’epoca. Il complesso è caratterizzato dalle torri quadrate che lo sovrastano e da un fossato largo e profondo.
Il Fortino di Sant’Antonio Abate fu eretto per scopi difensivi. La data di costruzione non è accertata; tuttavia talune fonti citano il forte a partire dal XIV secolo. Distrutto dai baresi nel 1463, fu ricostruito nel XVI secolo per volere di Isabella d’Aragona.

La lunga muraglia che circonda tutta la città vecchia, costruita nel XII secolo, e che un tempo offriva uno spettacolo alquanto suggestivo, presentandosi a strapiombo sul mare.

Caserma dell’Aeronautica “Sonnino”

Palazzo dell’Aeronautica

Inoltre lungo tutto il litorale barese (e pugliese più in generale) sono presenti le caratteristiche torri di avvistamento erette in epoca medievale per segnalare l’arrivo dei pirati saraceni, una delle quali da tuttora il nome al quartiere di “Torre a Mare” nella zona meridionale della città.

Il Sacrario Militare dei caduti d’oltremare, inaugurato il 10 dicembre del 1967.


Aree naturali

Il più grande parco pubblico barese è il Parco 2 Giugno, nel quartiere Carrassi; vi è la Pineta di San Francesco, polmone verde situato tra i quartieri Marconi – San Girolamo; una pineta sita in Piazza Romita al San Paolo; giardini pubblici di Piazza Garibaldi e Piazza Umberto I entrambi nel centro della città, e il grande parco costruito sul lungomare nella zona detta “Punta Perotti” nel luogo precedentemente occupato dall’omonimo “ecomostro”, nonché aree verdi e piccoli giardini pubblici in molti quartieri. Al momento sono in costruzione due ulteriori parchi nell’area dell’ex caserma occupata Rossani e nei territori bonificati, precedentemente appartenenti alla Fibronit. Tra le spiagge libere spiccano le strutture di Pane e Pomodoro e Torre Quetta, tratti di Lungomare nord nei quartieri Santo Spirito e Palese – Macchie, mentre nel litorale sud nei quartieri San Giorgio e Torre a Mare.

Alla fine del ventesimo secolo viene istituito, all’interno dei confini comunali, il Parco Naturale attrezzato di Lama Balice che, con i suoi 130 ettari circa di estensione diventa il polmone verde più ampio della città (progetto ingegneri Romualdo Costa, Domenico De Candia, Vincenzo Sassanelli e architetti Luigi Mirizzi e Stefano Serpenti). Lo stesso parco, poi, viene ampliato inglobando territori dei comuni di Bitonto e Modugno.

Dal 2019 è in costruzione un grande parco metropolitano nell’area dell’ex Caserma Rossani, a ridosso del centro città. I lavori sono stati interrotti il 10 marzo 2020, a causa della pandemia di COVID-19, e sono ripresi il 4 maggio successivo, a seguito delle disposizioni governative: inaugurato il Parco è tutt’oggi un’aerea verde molto frequentata.


Lingue e dialetti

Il dialetto barese è una variante diatopica italoromanza appartenente al gruppo meridionale intermedio originatosi dalla lingua latina nella sua forma volgarizzata parlata durante il Medioevo, su di un precedente sostrato peuceta (di probabile origine illirica, ma profondamente influenzato dall’osco e dal greco) e, come in qualsiasi altra varietà linguistica, presentando influenze di superstrato derivanti, oltre che da quelle italoromanze, anche da altre continuità linguistiche neolatine (come quelle galloromanze ed iberomanze) e non romanze (principalmente greco-bizantine); le quali, in alcuni casi, hanno contribuito a caratterizzarne l’inflessione per molti incomprensibile, soprattutto in relazione al livello fonetico dell’analisi linguistica.

Tale idioma (conosciuto anche come apulo-barese) viene parlato grosso modo nella Città metropolitana di Bari, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, nella parte occidentale della provincia di Taranto e in alcuni comuni della provincia di Brindisi. In particolare, esclusivamente nella zona di Bari Vecchia, sembra sussistere il frangimento vocalico in éu, oggi quasi scomparso nella parlata più moderna. Es. zucchina > var. antica zucchéune ; var. moderna zucchìne; limone > v.a. leméune > v.m. lemòne

Università

Bari ospita due università pubbliche (l’Università di Bari e il Politecnico), e una privata (la LUM Jean Monnet – Libera Università Mediterranea).

L’Università degli Studi di Bari è la più importante università pugliese, nonché fra le più grandi del Meridione in termini di affluenza. Fondata nel 1925, l’università conta 13 facoltà e oltre 60.000 iscritti. La sede centrale si trova nello storico Palazzo Ateneo in piazza Umberto I, nel cuore del centro ottocentesco dove hanno sede diverse facoltà umanistiche. Nelle vicinanze sono dislocate le facoltà di giurisprudenza, scienze politiche e lingue e letterature straniere. Il campus universitario ospita la maggior parte delle facoltà scientifiche come la facoltà di Agraria (Dipartimento di Agraria), Biologia, Chimica ,Farmacia, Scienze della Terra e Matematica. La facoltà di Economia ha sede nel quartiere Poggiofranco, quella di Medicina all’interno del Policlinico, e quella di Veterinaria nel comune di Valenzano.

Nel 1990 per gemmazione dall’Università degli Studi, fu istituita la seconda sede universitaria barese, il Politecnico di Bari[40], che ha sede presso il campus universitario della città. Esso conta 11.000 iscritti e tre facoltà di Ingegneria e Architettura, due delle quali con sede a Bari.

Più recente è la fondazione della Libera Università Mediterranea, università privata legalmente riconosciuta nel 2000 che ha sede nel comune di Casamassima, a pochi chilometri da Bari.

Conservatorio di musica “Niccolò Piccinni”
Intitolato al celebre compositore barese Niccolò Piccinni, oltremodo apprezzato in Italia, a Bari ed in Francia, dove svolse la sua attività di musicista, è il Conservatorio massima scuola musicale della città di Bari.

Il conservatorio barese risulta essere un’eccellenza nazionalmente riconosciuta sia per qualità dell’insegnamento, sia per il prestigio della sede offerta, una storica villa ottocentesca, Villa Bucciero – Lindemann, attorno a cui è sorto un piccolo quartiere di cui fa parte anche il bellissimo Auditorium “Nino Rota”, intitolato al compositore meneghino che fu il primo direttore della massima istituzione musicale barese. Il conservatorio Piccinni, con oltre 2000 iscritti, possiede il maggior numero di alunni nelle istituzioni di questo tipo in Italia. Direttore onorario dell’istituto è Riccardo Muti, alunno ai tempi di Rota.

Accademia di Belle Arti di Bari


Musei

Museo archeologico

Il “Museo archeologico” di Bari, fondato nel 1875 come Museo Provinciale, è stato notevolmente ampliato nel tempo grazie a donazioni private e nuove scoperte archeologiche che hanno arricchito le bacheche dell’istituto. Esso infatti comprende la più completa raccolta di materiale archeologico pugliese, soprattutto ceramiche e bronzi. Il museo è fondamentale ai fini di una completa conoscenza della civiltà apula dal VII secolo al III secolo, dell’antica Daunia (attuale provincia di Foggia), della Messapia e soprattutto della Peucezia (attuale provincia di Bari). Il museo si trova all’interno dell’ex monastero di Santa Scolastica.

Pinacoteca città metropolitana di Bari

La Pinacoteca metropolitana di Bari, sita nel palazzo della Provincia di Bari, si compone di opere databili dal XV secolo all’attuale, la cui paternità è attribuita ad artisti quali Tintoretto, Giovanni Bellini, Antonio Vivarini e Bartolomeo Vivarini, Paolo Veronese e pittori di scuola napoletana come Luca Giordano e numerosi ottocentisti italiani. La pinacoteca è intitolata al pittore di epoca rococò Corrado Giaquinto, nativo di Molfetta. Il museo ospita inoltre un’importante raccolta (collezione Grieco) di opere dell’Ottocento e Novecento italiano, comprendente dipinti di macchiaioli toscani come Fattori, Lega, Signorini, Banti e di artisti come Morandi, De Chirico, Carrà, De Pisis, Campigli, Casorati, Mafai, Sironi. Sono presenti, inoltre, opere di Pellizza da Volpedo, De Nittis, Netti, Boldini e Toma. La pinacoteca ospita anche opere di autori contemporanei come Pino Pascali. È sede di mostre ed eventi culturali.

Altri musei

Cittadella mediterranea della scienza

Museo etnografico africano

Museo della gipsoteca del castello normanno-svevo

Museo nicolaiano

Museo della cattedrale

Museo storico civico

Museo del Sacrario militare

Orto Botanico di Bari

Museo di zoologia

Museo di scienze della terra

Museo raccolta di fisica

Museo dell’acqua – Palazzo dell’Acquedotto Pugliese

Museo della Fotografia del Politecnico di Bari


PER ALTRE INFO : Bari
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.



INFO/CONTATTI: direttrice Crescenza Caradonna
e-mail: pugliadaamareonline@gmail.com


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