IPAZIA DI ALESSANDRIA (in latino Hypatia) a cura di Crescenza Caradonna


IPAZIA DI ALESSANDRIA

scritto da Cresy Caradonna

Filosofa, astronoma e matematica pagana da torturare ed eliminare, le vicende di Ipazia di Alessandria ci ricordano un dato significativo: le discriminazioni nei confronti delle donne è storia vecchia quanto il mondo, è ancora oggi un simbolo della libertà di pensiero, a 1600 anni dalla sua uccisione per mano di fanatici religiosi.
Ipazia d’Alessandria (in latino Hypatia)

Chi era Ipazia di Alessandria

“Se mi faccio comprare, non sono più libera, e non potrò più studiare: è così che funziona una mente libera” (Ipazia, in Ipazia Vita e sogni di una scienziata del IV secolo)

La storia di Ipazia è stata più volte ripresa da romanzi, saggi storici, poesie, opere teatrali, dipinti e persino film, “Agora“, interpretata da Rachel Weisz.

Sappiamo che Ipazia non è stata la prima e neppure sarà l’ultima vittima di un potere tutto al maschile, convinto sostenitore di una “libertà di sopruso” che di fatto non ha alcuna ragione di esistere e che rende l’uomo artefice di veri e propri abomini. Da sempre.

Germana Carillo

Al suo nome è dedicato il Centro Internazionale Donne e Scienza, creato nel 2004 dall’UNESCO a Torino per sostenere lo studio, la ricerca e la formazione in particolare delle donne scienziate del Mediterraneo.

Figlia del noto filosofo Teone, studiò fin da giovanissima nella enorme biblioteca d’Alessandria e ben presto fu a capo della Scuola Alessandrina. Donna di enorme cultura, di lei non sono rimasti scritti probabilmente a causa di uno dei tanti incendi che distrusse la biblioteca (c’è incertezza fra gli storici ma la distruzione della Biblioteca Alessandrina potrebbe essere avvenuta proprio durante la vita di Ipazia, nel 400). Nonostante l’assenza di suoi scritti, altri filosofi del tempo ne parlano come una delle menti più avanzate esistenti allora.

Arrivò a formulare anche ipotesi sul movimento della Terra, ed è molto probabile che cercò di superare la teoria tolemaica secondo la quale la Terra era al centro dell’universo.

Ipazia viene ricordata anche come inventrice dell’astrolabio, del planisfero e dell’idroscopio, strumento con il quale si può misurare il diverso peso specifico dei liquidi. In filosofia aderì alla scuola neoplatonica, anche se secondo le fonti storiche lo fece in modo originale ed eclettico, e non si convertì mai al cristianesimo (uno degli elementi che la condannò a morte).

Oltre a tradurre e divulgare molti classici greci (è grazie a lei ed al padre se le opere di Euclide, Archimede e Diofanto presero la via dell’Oriente tornado poi in Occidente moltissimi secoli dopo), insegnò e divulgò fra i suoi discepoli le conoscenze matematiche, astronomiche e filosofiche all’interno del Museo di Alessandria, che a quel tempo era la più importante istituzione culturale esistente.

Una storia, quella di Ipazia, che dovrebbe far riflettere perchè fonte di assurde discriminazioni del genere femminile.

Ricerche sul web ed articolo a cura di CRESCENZA CARADONNA


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