LA VERITÀ DEI NUMERI SULLA VIOLENZA AI MINORI di Eduardo Terrana



04 – 06 – 2018Giornata Internazionale dei Bambini Innocenti Vittime d’Aggressioni

LA VERITÀ DEI NUMERI SULLA VIOLENZA AI MINORI

Ricorre il quattro giugno di ogni anno” la “Giornata Internazionale per i bambini innocenti vittime di aggressioni”, voluta nel 1982 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con lo scopo di “riconoscere il dolore sofferto dai bambini in tutto il mondo, vittime di abusi fisici, psicologici ed emotivi.” Giornata che anche quest’anno riveste il significato particolare di denuncia, da un lato, atteso che il fenomeno della violenza contro i bambini presenta in tutte le nazioni ancora caratteri e dimensioni troppo preoccupanti, e di monito, dall’altro, perché tali manifestazioni di violenza non restino nell’ombra, velate dall’omertà, ma vengano portate alla conoscenza di tutti e fatte oggetto di denuncia.

Nonostante tanti buoni propositi la condizione dei bambini è ancora drammatica in molti Paesi e si presenta difficile anche in Italia, tant’è che la figura dei minori ancora nella innocente età della infanzia e della adolescenza appare tra le più oggetto di aggressione.

Esistono violazioni antiche, storiche dei diritti dei minori,come la povertà, la fame, la mancanza di cure e di assistenza adeguate, ma anche violazioni più recenti legate alla evoluzione dei fatti e delle relazioni degli uomini, come lo sfruttamento minorile nel lavoro, l’impiego di minori in operazioni belliche, lo sfruttamento sessuale e pornografico.

La realtà del disagio e della sofferenza minorile nel mondo evidenzia connotazioni che non possono non turbare la coscienza. La casistica della violenza ai minori, secondo l’UNICEF, rileva: la mortalità infantile, che colpisce ogni anno 17 milioni di bambini, che muoiono per fame, per mancanza di acqua pura e di impianti igienici che influiscono sullo stato di salute e di nutrizione della gestante e sulle condizioni igieniche e sanitarie in cui avviene il parto;

i problemi della nutrizione e della salute, che riguarda 800 milioni di bambini; il lavoro minorile, che colpisce 73 milioni di bambini, distogliendoli, in età precoce dalla soddisfazione di bisogni fondamentali e dalla prevenzione da esperienze che possono comprometterne una crescita armoniosa; lo sfruttamento dei minori a scopo commercio di organi, oppure a scopo sessuale, nonché l’uso di minori per la produzione di materiale pornografico, che sta assumendo sempre più vaste dimensioni anche grazie all’apertura di siti telematici su internet appositamente dedicati a pedofili; ed ancora lo stupro di minori, anche in ambito domestico, e la prostituzione minorile.

Altra realtà dura ed angosciosa è quella dei bambini rifugiati, esposti alle vicende spesso tragiche connesse alla fuga dai loro paesi e costretti a vivere in condizioni per lo più precarie in campi di accoglienza, minacciati nella loro crescita psicologica per lo sradicamento dal loro ambiente sociale e per la vita in condizioni di forti privazioni, materiali ed immateriali, in cui gli stessi genitori, non possono rappresentare modelli sicuri.

Drammatica è la tipologia del “ bambino soldato”,che annovera, negli ultimi 10 anni, 20 milioni di vittime, 4 milioni di mutilatini,10 milioni di traumatizzati psicologici, e diversi milioni di orfani o di baby profughi separati dai genitori. Da considerare che sono ancora 38 i Paesi che hanno bambini in armi, in età che varia dai 7 ai 17 anni.

Sono inoltre 44 milioni le ragazzine al di sotto dei 14 anni che hanno subito mutilazioni genitali mentre non meno drammatica appare la problematica delle “spose bambine,”

Secondo l’UNICEF 700 milioni di bambine nel mondo sono state costrette a sposarsi in età minorile e ogni anno si registrano 5 milioni di nuovi casi, con circa 70.000 bambine che perdono la vita per complicanze connesse alla gravidanza o al parto.

L’Associazione Save The Children International, dal canto suo, mette in evidenza che ogni sette secondi, nel mondo, una ragazza con meno di 15 anni si sposa, spesso con un uomo molto più grande di lei e che se il numero di spose bambine nel mondo crescerà ai ritmi attuali nel 2030 avremo 950 milioni di donne sposate giovanissime e 1,2 miliardi nel 2050. Le bambine e le ragazze che si sposano troppo presto, rileva Helle Thorning Schmidt, direttore generale di Save the Children International, “sono spesso costrette ad abbandonare la scuola e sono le prime a rischiare di subire violenze domestiche, abusi e stupri e risultano particolarmente esposte al rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili come l’Hiv”.

La violenza nei confronti dei bambini e delle bambine non è unicamente connessa a contesti di povertà o di guerre.

La violenza si manifesta anche famiglia. Un’indagine ISTAT sulla violenza di genere, ancora nel 2006, rilevava che tra le donne vittime di violenza da parte del partner, ben il 62,4% dichiarava che i figli avevano assistito a uno o più episodi di violenza.

Anche la scuola, luogo per antonomasia di formazione, educazione e socializzazione, può oggi essere in incubo quotidiano per tanti minori fatti oggetto di pratiche psicologicamente o fisicamente umilianti o di episodi di bullismo.

La violenza sui bambini, peraltro, può manifestarsi anche nella primissima età con maltrattamenti praticate dal personale preposto alla loro assistenza. Ma la violenza avviene anche in altri contesti, pubblici e privati, e in vario modo e genere: fisico, affettivo, psicologico, sessuale, o derivanti dall’incuria e dalla negligenza degli adulti. Non va escluso neanche il Web. Internet, l’utilizzo di chat e di smartphone, sempre più in voga anche in età preadolescenziale, comportano un elevato grado di pericolo di violenze derivanti dalla probabilità di cattivi incontri. Tutto ciò non esaurisce il quadro delle violazioni ai bambini innocenti, peraltro sempre più preda dei trafficanti della droga, perché se ci soffermiamo a riflettere sulla diversa tipologia della violenza ci accorgiamo che la situazione nella quale tanti minori sono privati della dignità, dei diritti umani, come anche dei mezzi basilari di sopravvivenza , è collegata ad una visione della vita chiusa in se stessa, che impedisce, l’amore, il rispetto, la generosità e la solidarietà.

Per cui si può affermare che la casistica della violenza denuncia una verità inconfutabile ovvero che l’accoglienza, l’amore, la stima, il servizio molteplice ed unitario, nel senso materiale, affettivo, educativo e spirituale insieme, non sempre costituiscono una nota distintiva irrinunciabile, ed ancor più non lo è nel caso dei bambini.

Necessita allora che gli adulti vigilino al massimo per prevenire fenomeni di violenza sui minori e far sì che gli stessi godano serenamente dei loro diritti. Necessita l’attenzione delle Istituzioni perché la funzione educativa trovi centrale collocazione nelle politiche sociali e di cooperazione internazionale.

Ma necessita anche l’attenzione di tutti gli Stati del mondo perché si realizzi un sano futuro di crescita e di sviluppo dei bambini e delle bambine ponendo il principio del superiore interesse del bambino/a e dell’dolescente in ogni provvedimento di iniziativa pubblica.

E questo può avvenire solo con l’osservanza e l’applicazione dei principi e delle norme contenute nelle carte internazioni a salvaguardia dei diritti dei minori e in particolare l’art.3 della “Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” del 1989.

Nello spirito dell’odierna ricorrenza auspichiamo, pertanto, che il fenomeno dell’aggressione ai bambini innocenti trovi la generale presa di coscienza del fenomeno e la disponibilità di tutti ad aprirsi al dialogo, alla consapevolezza della identità, della condizione dei bambini, del rispetto dei loro diritti e alla denuncia in caso di violazione. ” Non è bello essere bambini, è bello da anziani pensare a quando eravamo bambini”, è questa una affermazione di Cesare Pavese, che sono tentato di condividere , quando rifletto sulla realtà minorile del nostro tempo.


di Eduardo Terrana


INFO/CONTATTI/COMUNICAZIONI: pugliadaamareonline@gmail.com

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