Una carneficina che deve cessare: parola di Michele Emiliano
29 Dicembre 2016
Oggi ho incontrato il Presidente del Consiglio Gentiloni per parlargli principalmente di Ilva, dell’approdo del gasdotto Tap e della vicenda dei 50 milioni per la sanità tarantina.
Io non so quali saranno gli effetti delle comunicazioni che ho fatto al premier, mi auguro che aprano delle riflessioni e che quindi sia possibile un cambiamento di rotta.
In particolare, noi pensiamo che l’Ilva debba essere decarbonizzata, ovvero che la produzione dell’acciaio debba avvenire senza carbone; pensiamo che l’approdo Tap debba essere spostato a nord di qualche decina di chilometri, per non coinvolgere la spiaggia di Melendugno e soprattutto pensiamo che la sanità tarantina vada aiutata, visti i dati epidemiologici fuori scala, con una facoltà di assunzione di personale, di acquisizione di macchinari e di manutenzione degli immobili ospedalieri che sia più alta di quella prevista normalmente.
E poi ho consegnato nelle mani del Presidente del Consiglio la lettera dei genitori dei bambini tarantini che hanno perso la vita in questa carneficina dell’Ilva.
Una carneficina che deve cessare. Non è più possibile che per far funzionare una fabbrica e produrre acciaio, pure importantissimo e strategico per l’economia nazionale e per migliaia di lavoratori, si debba poi raccontare a questi genitori che debbono accettare l’idea che i loro bambini muoiano di tumore in proporzione assolutamente fuori scala rispetto al resto della Puglia e soprattutto al resto d’Italia.
La Redazione
L’ha ribloggato su Libri/Books/Giornali di Crescenza Caradonna.
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